C’era l’aria delle grandi occasioni, quella che profuma di musica buona e gesti che parlano il linguaggio della solidarietà. Una sera da ricordare, quella del 4 aprile al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno, dove l’arte ha incontrato il cuore, e insieme hanno fatto vibrare la platea.
Sotto le luci morbide del palco si sono alternati artisti che il palco lo conoscono come le loro tasche. Gente che ha il talento nel sangue e l’esperienza sulle dita. Felice Del Gaudio ha fatto cantare il basso con l’eleganza di chi non ha bisogno di fronzoli per dire tutto. Poi è arrivata lei, Ginga — voce profonda, densa, avvolgente — una performer che non canta: incanta. Con ogni nota, un brivido. Con ogni sguardo, un invito al sogno.
Il Ritmo scandito da un metronomo con l’anima era tutto nelle mani (meglio dire nelle bacchette) di Lele Veronesi alla batteria , mentre la fisarmonica di Massimo Tagliata accarezzava la pelle del pubblico con melodie ora struggenti, ora incendiarie. E poi il momento teatrale, sospeso tra poesia e ironia: Marco Sgrosso che ha riportato in vita Totò con un monologo sull’amore, in un napoletano che scaldava come il sole a dicembre.
Ma le sorprese non erano finite. A un certo punto, come una brezza che entra da una finestra aperta, ecco spuntare il flauto di Andrea Salvato, capace di ridisegnare la conoscenza del flauto del pubblico, da soave e vibrante a ritmico e dirompente. Ha aggiunto un tocco di magia a una serata già piena di luce.
La musica ha danzato tra blues, soul e persino rock. Un viaggio emotivo che ha unito tutti — pubblico e artisti — sotto il segno della generosità. Perché l’obiettivo era chiaro, concreto, e sotto gli occhi di tutti: una nuova auto, una Citroën C3, in bella mostra sul piazzale del teatro, donata dal Lions Club I Portici alla Fondazione “Dopo di Noi”.
Sul palco è salito il presidente del Club, Gianfranco Guerini Rocco, con parole semplici e sincere. Ha invitato accanto a sé Marina Cesari, presidente della Fondazione, e Luca Marchi, direttore. Emozionati, grati, consapevoli che quella non è solo un’auto. È una chiave: apre porte, accorcia distanze, abbatte barriere.
Per chi vive con una disabilità, ogni piccolo spostamento è una conquista. Ogni ostacolo in meno è un passo in più verso la libertà. Quell’auto sarà il mezzo per soddisfare le esigenze quotidiane, sì — ma anche per sognare una normalità che profuma di dignità.
E allora, sì, il teatro era pieno. Ma più pieno ancora era il senso di questa serata: che la musica può curare, e la solidarietà, quando è vera, sa diventare festa.