Maurilio ha 62 anni, vive in Val D’Aosta dove ha gestito una struttura ricettiva ma, dal 13 marzo è l’assistente familiare convivente di Casa in San Donato e condivide la quotidianità con Cristian, Luca, Mirko e Roberto.
“Alcuni anni fa sono stato il volontario di una cooperativa piemontese, coinvolgere in attività sportive persone con disabilità o problemi di tossicodipendenza è stata per me un’esperienza che ha lasciato il segno. La possibilità di sperimentarmi con la Fondazione in un lavoro impegnato nel sociale, a questo punto della mia vita, mi è sembrata un’opportunità imperdibile.
Certo, iniziare una convivenza in pieno lockdown è stato particolarmente complicato. Per più di due mesi non sono tornato a casa e ho condiviso con il gruppo di lavoro preoccupazioni, difficoltà e successi. Il nostro obiettivo principale era proteggere gli abitanti di Casa San Donato dal contagio e supportarli nel quotidiano perché la loro vita “chiusi in casa” fosse la più serena possibile.
Sono stati mesi intensissimi che non potrò mai dimenticare perché con Cristian, Luca, Mirko e Robi siamo stati praticamente una famiglia.
Adesso occorre fare i conti con la libertà di uscire liberamente e, per quanto mi riguarda, permettere serenamente a questi uomini fragili di riprendere con fiducia la loro vita fuori dalla casa, fatta di momenti di lavoro, di svago, di relazioni con gli amici e con la famiglia.”