di Marina Cesari
Fondazione Dopo di Noi compie 20 anni, siamo diventati grandi.
Vorrei riportarvi per un minuto a 20 anni fa, nel 2002: a quel tempo non si parlava del dopo di noi, non se ne conosceva il significato, le problematiche e i bisogni del dopo di noi non erano ben specificate e non c’erano progetti e servizi ad hoc che affrontavano questo argomento.
Allora cosa c’era? C’era esclusivamente la preoccupazione delle famiglie delle persone con disabilità, dei genitori che vivevano con angoscia il pensiero del futuro dei loro figli, dopo la loro dipartita. E comunque c’era la prospettiva per i ragazzi con disabilità intellettiva di un futuro di solitudine, oppure di un servizio residenziale, l’istituzionalizzazione.
Si può quindi comprendere l’approccio pionieristico, noi lo chiamiamo visionario, di 13 famiglie che decidono di mettersi insieme e di avviare un programma estremamente innovativo.
Gli elementi innovativi li possiamo così elencare:
- Prima di tutto la visione anticipatrice di ciò che poi sarà ripreso nella legge 112 del 2016 (quindi ci vorranno altri 14 anni…), cioè ribaltare il sistema dell’istituzionalizzazione, pensare al futuro dei ragazzi con disabilità come al futuro di qualsiasi altro ragazzo, con la costruzione di un progetto di vita autonoma in tempo utile (e non quando i legami familiari sarebbero stati eliminati), con integrazione, deistituzionalizzazione, socializzazione, indipendenza. E, soprattutto, affrontando il tema della disabilità e del futuro con la leggerezza di chi garantisce l’accompagnamento alla costruzione e gestione dei progetti individuali;
- La scelta di costruire una fondazione di partecipazione (e non un’associazione, come già ce n’erano tante) aperta a tutti coloro che hanno bisogno;
- Il raccordo forte con l’istituzione pubblica, cioè con il Comune di Bologna, che nel 2002 accompagnò la costruzione della Fondazione. Ancora oggi nel CdA della Fondazione siede un componente designato dal Comune di Bologna.
Poi la Fondazione è cresciuta, è partita affrontando gli aspetti giuridici e patrimoniali che chiedevano le famiglie tramite attività di orientamento, poi con supporto specialistico nella costruzione della figura dell’Amministratore di Sostegno e quindi nel rapporto con il Tribunale, e successivamente nel progetto più importante, quello che ci ha impegnato di più, che abbiamo chiamato Sistema Residenziale Diffuso.
Ecco i nostri numeri:
- 583 incontri di consulenza rivolti a famiglie su temi assistenziali, sociali, patrimoniali e giuridici;
- 162 persone con disabilità coinvolte nei nostri progetti;
- 7 gli appartamenti del Sistema Residenziale Diffuso, che oggi coinvolge 45 persone: Casa FuoriCasa, Casa Simo e Matte, Casa di Paola, Casa Mazzini Ragazze, Casa Mazzini RAGA, Una Casa in San Donato e un Appartamento Protetto per genitore molto anziano e figlio con disabilità. Presto operativo “6 a Casa”, l’ottavo appartamento, in cui abiteranno sei persone.
- 20 corsi per amministratori di sostegno volontari (in collaborazione con il progetto SOStengo!), che hanno coinvolto 450 cittadini. Oltre 200 le amministrazioni gestite da volontari.
- 53 i convegni e gli incontri pubblici dove la Fondazione è stata coinvolta per portare la propria esperienza sulle tematiche del “DOPO DI NOI”;
- 13 le Fondazioni sul “dopo di noi” del Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio riunite nel gruppo informale Fondazioni in Rete, con le quali Dopo di Noi Bologna condivide periodici incontri di confronto e aggiornamento.
Il nostro approccio tiene sempre al centro la famiglia e la grande fatica dei genitori a separarsi dal figlio o dalla figlia con disabilità: non a caso il nostro primo appartamento può essere inteso come una “scuola”, dove i ragazzi e le ragazze possono sperimentare le autonomie provando a stare lontano da casa, ad esempio, nei weekend o per qualche giorno alla settimana. Inoltre, progettiamo e ristrutturiamo gli appartamenti in accordo con le Istituzioni Pubbliche e ci finanziamo tramite raccolte fondi.
Il 26 ottobre in Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio a Bologna abbiamo organizzato un momento di ricordo e di festa, insieme ai principali partner che ci hanno aiutato a diventare grandi. Istituito il premio “Insieme realizziamo l’impossibile”, poi consegnato ad alcuni nostri importanti sostenitori e volontari.
Nel mese di novembre un ciclo di incontri sugli strumenti giuridici con nostri esperti, in primavera un convegno con l’Università sul tema dell’invecchiamento e ad aprile 2023 l’inaugurazione del nostro nuovo appartamento in Bolognina: “6 a Casa”!
Tre incontri pubblici su “Gli strumenti giuridici di garanzia del progetto personalizzato per il durante e dopo di noi di una persona con disabilità”
Il seminario “Anche i disabili diventano anziani. progetti di vita e invecchiamento delle persone con disabilità” organizzato in collaborazione con Unibo