Le testimonianze di tre madri sul Dopo di Noi
di Elisa Mazzagardi
Quante scale hanno sceso dandogli il braccio, con quanti abbracci hanno provato a dar loro la forza di superare le ingiustizie che hanno vissuto e quanto hanno lottato per i loro figli? Sono le mamme, l’altra voce di questo complesso lavoro di preparazione all’autonomia. Sono complici, a volte fragili, a volte entusiaste, spesso timorose e sono le prime che con coraggio di fronte a un’opportunità per i loro figli si sono messe in gioco per delegare il loro ruolo di tutrici. Con l’avvio di “6 a Casa” abbiamo coinvolto Alessia, Nicoletta e Tiziana, mamme dei tre ragazzi del Gruppo Caravaggio, in un momento di confronto. Poco dopo, di fronte all’occhio di una telecamera hanno raccontato cosa stessero provando. Per Alessia e suo marito la serenità con cui Tommaso affrontava le prime esperienze di autonomia sono state rivelatrici di un nuovo corso per il loro futuro.
“Io e mio marito – racconta- avevamo sempre pensato nei sogni per il futuro che Tommaso sarebbe stata la compagnia della nostra vecchiaia, in realtà conoscere Fondazione ha stravolto questa nostra idea, sarà il primo dei nostri figli ad uscire di casa. Ha sorpreso anche i suoi fratelli. […] Gli educatori che seguono questo progetto riescono a cogliere in ogni ragazzo le sue potenzialità e a metterle a frutto e questa cosa ha dato a noi come famiglia una grande serenità nello sperare che avrà un futuro felice anche quando non ci saremo più.
È una grande opportunità per mio figlio: la possibilità di avere una famiglia che non sia la sua famiglia di origine, la possibilità di autodeterminarsi e di vivere in autonomia e conoscere altre persone per ampliare i suoi spazi di vita. L’occasione per essere felice”.
Nicoletta, la mamma di Federico, ha un sorriso magnetico, lo sguardo vivace e quella leggerezza capaci di trainare anche le piccole perplessità del marito, con un po’ di commozione ci ha raccontato di aver maturato poco alla volta la consapevolezza di dover mettere a posto tutti i tasselli della sua vita…”un tassello è mio figlio!”, questa necessità l’ha spinta a mettersi di fronte al pc e a scriverci.
“Quando siamo entrati in Fondazione Dopo di Noi ci siamo sentiti accolti in Famiglia, ci ha davvero cambiato la vita. E quando Federico è uscito di casa, dopo sua sorella, io e mio marito ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti: E adesso?” – erano spaesati ma poi – “a vederlo felice ci siamo fatti travolgere dalla felicità“
Tiziana, mamma di Giacomo, è più riflessiva e introversa e nel fare i conti con il grande passo che sta per affrontare suo figlio ricorda quanto fosse pesata a lui la solitudine negli anni della scuola:
“Adesso con la Fondazione vive con dei ragazzi della sua età, si spalleggiano e supportano l’un l’altro. Questi ragazzi che hanno dei problemi sono molto più coraggiosi di altri, si mettono in gioco e noi non ci possiamo tirare indietro”.
Guardarli sorridere, vederli sfidare la vita con grinta e motivazione, ascoltarli mentre raccontano il futuro dei loro sogni di fronte alla piantina di quell’appartamento è la ricompensa più grande che si potevano aspettare la raccogliamo insieme, i tempi sono maturi per scrivere insieme un nuovo pezzetto di storia della Fondazione Dopo di Noi.